L’ulcera peptica è una particolare patologia che può colpire soggetti in età diverse e risultare molto fastidiosa e, in alcuni casi più gravi e non affrontati per tempo, anche pericolosa.
In buona sostanza questo tipo di ulcera è legata alla presenza di un batterio, l’Helicobacter Pylori, che una volta entrato nell’organismo va ad annidarsi nello stomaco e, più precisamente, sulle sue pareti dove trae nutrimento privando queste ultime del loro fisiologico strato di muco che protegge l’organo da enzimi, succhi gastrici ed acidi vari. Altri fattori che possono provocare l’insorgenza dell’ulcera peptica sono il tabagismo, lo stress prolungato e l’assunzione di medicinali FANS o cortisonici, molto aggressivi per lo stomaco.
La malattia si manifesta con sintomi abbastanza chiari ed evidenti. Tra tutti, in primis, la presenza di forti crampi alla bocca dello stomaco, poco sotto lo sterno. Seguono crampi notturni localizzati alla schiena e forti dolori nella fase finale della digestione. Spesso i pazienti traggono giovamento mangiando qualcosa o bevendo ma il sollievo è solo momentaneo poiché l’assunzione di bevande o cibi non risolve la vera natura del problema. Come curare allora l’ulcera peptica in maniera definitiva? Molto dipende dalla causa che la sostiene. Se i fattori scatenanti della malattia riguardano assunzione di farmaci, stress o fumo, il problema può essere risolto limitando o eliminando le cause e soprattutto attraverso farmaci specifici cosiddetti inibitori della pompa protonica.
Qualora il disturbo sia invece causato dalla presenza dell’Helicobacter Pylori, la diagnosi e la cura seguiranno un iter sensibilmente diverso. In questo caso, infatti, per avere diagnosi certa sarà necessario ricorrere ad una gastroscopia, un esame invasivo che, mediante l’inserimento per via orale di un tubicino con diametro di circa 9 mm provvisto di telecamera, andrà a guardare direttamente le pareti dello stomaco prelevando uno strato di mucosa gastrica che sarà immediatamente analizzato per capire se c’è effettiva presenza del batterio. A quel punto sarà possibile procedere con una cura di circa un mese per risolvere completamente e definitivamente il problema. Altre soluzioni per la diagnosi possono essere in questo caso l’analisi del sangue o il test del respiro che, benché meno invasive rispetto alla gastroscopia, possono dare spesso falsi negativi.
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