Le perdite biancastre sono in qualche caso fonte di preoccupazione per le giovani donne che si ritrovano a fare i conti con questo “problema” e provano spesso un certo imbarazzo a parlarne e trovare una soluzione. La prima cosa da dire a riguardo è che le perdite biancastre sono, nella maggior parte dei casi, un modo fisiologico dell’organismo di mantenere inalterata la flora batterica e proteggere l’utero dall’insediamento di funghi e batteri che potrebbero comportare disturbi.
Quando si tratta di un fenomeno di natura puramente fisiologica, le perdite biancastre sono solitamente poco dense, inodore, quasi trasparenti e riscontrabili nella maggior parte dei casi prima della mestruazione, durante l’ovulazione o durante i primi mesi di gravidanza, quando, cioè, il corpo cerca di proteggere con questo muco eventuali batteri che potrebbero risalire la cervice uterina ed arrecare danni al feto.
In altri casi, però, il muco bianco si presenta denso, quasi come del latte cagliato, e maleodorante. Qui possiamo esser certe che non si tratta di un fatto fisiologico ma di un segnale di allarme che l’organismo ci sta inviando perché messo a dura prova da una malattia tanto diffusa quanto poco conosciuta e spesso sottovalutata: la Candida albicans.
In questi casi le perdite biancastre si accompagnano a prurito delle parti intime, difficoltà nella minzione e finanche a dolori durante i rapporti sessuali. Tutta colpa di una micosi, dovuta ad un fungo difficile da debellare se si sottovalutano questi fastidiosi sintomi. Ma da cosa può essere causata la Candida albicans? Diversi i fattori scatenanti: dalla scarsa igiene intima allo stress, dalla stanchezza a cure antibiotiche prolungate. In tutti i casi si tratta di cause che hanno a che fare col temporaneo calo delle difese immunitarie, un terreno più che fertile per funghi e batteri per insidiarsi e compiere indisturbati la loro opera.
Quando ci si rende conto, quindi, che le perdite biancastre non sono sintomo di una normale attività del nostro organismo, è necessario procedere ad una visita specialistica con tampone vaginale. In questo modo sarà possibile prescrivere al paziente i giusti medicinali, solitamente antifungini, da assumere per via orale o applicare a livello topico per allontanare il problema in breve tempo.
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