In queste ultime settimane non si fa altro che parlare di lei, la “bionda” che, con l’avanzare del tempo e dei progressi tecnologici, si è trasformata in sigaretta elettronica. Tutti, fumatori e non, ne hanno sicuramente sentito parlare negli ultimi tempi ma pochi sono coloro che ne hanno capito il reale funzionamento e, a voler essere obiettivi, se è davvero così meno nociva come dicono.
Ma partiamo dall’inizio. La sigaretta elettronica, definita anche e-cig, è un prodotto innovativo senza tabacco, sostanze cancerogene, catrame e monossido. Con tutti questi elementi in meno rispetto alla sigaretta tradizionale, quindi, addio a cattivi odori sui vestiti , ai denti ingialliti ed alle spese pazze per acquistare sigarette sempre più costose. La sensazione, però, è molto simile a quella che si prova fumando una sigaretta normale, garantisce chi l’ha prodotta e provata. Ma come fa una sigaretta – non sigaretta a dare una sensazione simile ad un fumatore incallito? Tutto merito della vaporizzazione di un liquido, una miscela di glicole propilenico e glicerina vegetale che non dovrebbe essere nociva per la salute poiché già ampiamente utilizzato nella produzione di cosmetici ed alimenti.
Nessuna combustione, quindi, ma una sensazione molto simile a quella del fumo vero e proprio, con tutta la comodità di costare di meno. Messa su questo piano sembrerebbe, insomma, che la sigaretta elettronica non abbia controindicazioni di rilievo, fatta eccezione per una seppur minima presenza di nicotina. La realtà, però, sembra essere ben diversa stando ai clamori che la sigaretta di ultima generazione ha prodotto.
La European Respiratory Society afferma infatti che, ad oggi, non esiste alcuna sicurezza sul fatto che le e-cig siano davvero poco dannose come si dice. Lo stesso liquido che viene inalato, precisano, è privo di troppi dettagli e non esiste un documento che possa attestarne, ad oggi, la sua completa salubrità. Resta il dato di fatto che, nonostante i dubbi sul liquido vaporizzato, questo faccia comunque meno male rispetto agli oltre 90 elementi cancerogeni di una sigaretta tradizionale quando la combustione li porta a bruciare.
L’allarme, tuttavia, permane. I negozi che vengono e-cig continuano ad aumentare e si teme che molti giovani, anche minori, possano essere sempre più attratti da quello che ormai sta diventando un oggetto di tendenza e, potenzialmente, ancora di morte.
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