pillola-anticoncezionaleSono milioni le donne che ogni giorno, ad un orario prestabilito, hanno un appuntamento immancabile, quello con la propria pillola anticoncezionale. Usata dalle giovanissime spesso per regolarizzare il ciclo e far rientrare alcuni squilibri ormonali, la pillola anticoncezionale, come ci suggerisce il nome stesso, è il contraccettivo per eccellenza di tutte le donne che hanno una relazione stabile e non desiderano gravidanze fuori programma.

Tante altre donne, però, pur tentate da questa scelta, sono spesso molto scettiche a riguardo perché temono ripercussioni sulla salute. Ma cosa c’è di vero in quello che si sente spesso dire sulla pillola?

In realtà chiunque decida di ricorrere a questo metodo terapeutico e contraccettivo deve innanzitutto farsi visitare dal proprio ginecologo e sottoporsi ad una serie di esami clinici che lo specialista è solito prescrivere per capire se è possibile utilizzare la pillola e soprattutto quale tipologia prescrivere alla paziente.

Le pillole anticoncezionali, infatti, non sono tutte uguali. Le più recenti, dette di terza e quarta generazione, sono quelle con un più basso contenuto ormonale ma non sempre le più sicure da un punto di vista medico. Quelle ormai meno utilizzate, dette pillole di seconda generazione, sono invece quelle con un più alto carico di ormoni ma, stando alle recenti ricerche effettuate in tal senso, forse le più sicure.

Ma cerchiamo di capire nel dettaglio cosa contengono le diverse pillole anticoncezionali in commercio. La pillola, il cui obiettivo è quello di tenere a riposo l’ovaio evitando che possa far attecchire un ovulo fecondato, è costituita da un estrogeno, l’estradiolo, e dal progesterone, due ormoni femminili molto importanti. Il progesterone contenuto nella pillola può essere, a seconda della tipologia, gestodene, drospirenone o levonorgestrel. L’estradiolo, invece, è sempre l’etinilestradiolo, a prescindere dalla marca e dalla tipologia prescritta.

Recentemente l’EMA, acronimo di Agenzia Europea dei Medicinali, ha a sorpresa affermato che le pillole di terza e quarta generazione sono quelle con un più alto rischio di trombosi. I casi di coaguli pericolosi nel sangue, infatti sono di 4-6 casi ogni 10mila utilizzatrici di questi prodotti, a differenza di coloro che utilizzano la pillola anticoncezionale di seconda generazione, con un rischio medio di incorrere in una trombosi di 2 o 3 casi ogni 10mila donne.

Un così ampio ventaglio di scelte, e di rischi seppur remoti ad esso correlati, impone quindi che ogni donna decida quale pillola assumere consultando il proprio ginecologo e sottoponendosi a tutta una serie di esami specifici per capire, in base alla propria ereditarietà a specifiche patologie ed ai valori risultanti dai test, quale pillola può avere minori ripercussioni sulla salute di ciascuna.

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