Perdere peso mangiando biscotti: la promessa è delle più invitanti, e ci fa capire come mai negli Stati Uniti stia avendo così successo la Cookie Diet. Ma questa bizzarra dieta che negli States vanta ormai mezzo milione di seguaci, non convince però gli specialisti dell’alimentazione. Cerchiamo insieme di capirne i motivi.
Innanzitutto, partiamo con lo specificare che i biscotti in questione non sono biscotti qualunque, non hanno niente a che vedere con quelli in vendita nei normali supermercati, e a produrli è l’azienda del dottor Sanford Siegal, creatore della dieta. Si tratta di prodotti iperproteici che contengono latte, uova, amminoacidi speciali e proteine ricavate dalla carne. La ricetta nei dettagli rimane segreta, mentre è noto il prezzo di un pacchetto di biscotti, ben 56 dollari. Se fate conto che ogni pacchetto è pensato per essere consumato in una settimana e ad acquistarlo sono circa mezzo milione di persone, vi accorgerete che stiamo parlando di un business a molti zeri. Il giro di affari che ruota attorno al marchio Cookie Diet è in costante aumento ed attualmente ammonta attorno ai 18 milioni di dollari l’anno.
L’originale dieta del dottor Siegal prevede il consumo quotidiano di due biscotti in sostituzione del pasto principale, a cui segue una cena molto leggera (ad esempio pollo bollito e verdure). A dimagrire si dimagrisce, ed anche in modo molto veloce, visto che si assumono solo tra le 800 e le 1.200 calorie al giorno. Addirittura, nelle più rosee previsioni, la Cookie Diet dovrebbe portare a perdere in tre mesi circa 18 chili. Ma qualsiasi regime alimentare con un apporto inferiore alle 1000 calorie giornaliere, come quello proposto da Siegal, può avere risultati positivi sul peso ma molto limitati nel tempo. In poche parole, il rischio è quello del tanto temuto “effetto yo-yo”: si dimagrisce rapidamente e altrettanto rapidamente si riacquistano i chili persi.
Anche sul piano della salute generale ci sono delle controindicazioni: i biscotti non contengono elementi essenziali per il nostro corpo, come il potassio. Proprio la carenza di potassio può provocare palpitazioni cardiache, calcoli biliari e disturbi epatici. Non si scompone il dottor Siegal, che di fronte alle critiche mosse alla sua dieta (anche dal New York Times attraverso un’inchiesta), ribatte: “Sento spesso gli esperti dire che le diete ipocaloriche sono pericolose, ma non ho mai visto nessuno che si è ammalato a causa loro”. Ma Madonna potrebbe contraddirlo. La popstar americana, infatti, poco prima di divorziare dal regista Guy Ritchie, si lamentò che il marito aveva perso ogni interesse per il sesso perché spossato da una dieta a base di biscotti.
Fonte immagine: hollysbakery.com