Avrete sicuramente sentito parlare di dieta Naturhouse, il piano alimentare proposto da una catena in franchising presente in tutta Italia e anche all’estero. Una struttura che si avvale di un personale qualificato come gli addetti alle vendite che gestiscono l’agenda degli appuntamenti, la cassa, la vendita dei prodotti prescritti e cura i rapporti con la clientela all’interno del centro e i consulenti nutrizionisti, figure specializzate in possesso di una laurea in biologia, farmacia o in discipline legate all’alimentazione.
Il piano alimentare è rivolto a persone che non sono affette da particolari e gravi problemi di salute come diabete, cardiopatie, disfunzioni tiroidee, patologie epatiche o renali per i quali si consiglia l’intervento di un medico specialista. Dopo aver eseguito la consulenza alimentare al primo incontro con il cliente viene effettua una “visita” approfondita che può durare 30-45 minuti circa, al fine di verificare il peso corporeo del paziente, mediante l’utilizzo di due bilance: quella tradizionale e quella all’ impedenziometro che rileva in alcuni secondi i livelli di ritenzione idrica e di massa grassa corporei.
In secondo luogo, viene misurato il giro vita, i fianchi, il torace, la coscia e il polso che verranno controllati nuovamente dopo circa dieci sedute. Al fine di queste procedure il nutrizionista pone una sorta di intervista al cliente per ottenere informazioni circa lo stato di salute in generale, le abitudini alimentari e lo stile di vita. In base ai dati raccolti si passa all’elaborazione del piano alimentare. In genere si parte con un trattamento d’urto di 2 settimane, durante il quale viene sospesa totalmente l’introduzione di carboidrati, eliminando il pane, la pasta, la pizza, le patate e i legumi. Questi ultimi vengono poi reinseriti gradatamente nell’alimentazione fino ad arrivare ad un piano di mantenimento.
Fonte Immagine: thinbody.us