Lo iodio è un sale minerale molto importante per la prevenzione di alcune malattie del nostro organismo, fra le quali quelle che colpiscono la tiroide. In questa ghiandola endocrina lo iodio è usato per produrre la triidiotironina e la tiroxina, ormoni necessari per regolare alcune funzioni come lo sviluppo del sistema nervoso centrale e l’accrescimento corporeo.

Carenza di iodio

L’Organizzaione Mondiale della Sanità ha classificato la carenza di iodio (dovuta a insufficiente quantità di ormoni tiroidei) come uno dei più gravi problemi di salute pubblica. Nel tentativo di aumentare la produzione dei suddetti ormoni infatti e raggiungere la quantità necessaria al fabbisogno dell’organismo, si verifica un ingrossamento della ghiandola tiroidea, conosciuto con il nome di “gozzo”. Questa conseguenza per la tiroide non è certamente la più grave (seppure la più frequente), poiché i danni più importanti legati ad una dieta carente di iodio sono quelli causati al sistema nervoso centrale e periferico per il cui sviluppo gli ormoni tiroidei sono indispensabili.

Radioattività e iodio

Recentemente, successivamente agli episodi di emergenza nucleare scoppiati a Fukushima e dintorni, la questione dell’importanza dello iodio nell’alimentazione ha avuto grande risonanza, tanto da provocare un vero e proprio assalto ai supermercati anche in città distanti migliaia di chilometri dalla città giapponese (come per esempio in Cina centrale e occidentale). In molti ritengono che la radiazione prodotta dalle piante situate nei pressi del disastro nucleare (sottoforma di iodio radioattivo) possa causare il cancro della tiroide.

Come si può intervenire? Lo ioduro di potassio (o KI, come è conosciuto chimicamente) è una comune forma di sale ed è riconosciuto come una soluzione per proteggere la ghiandola tiroidea da radiazioni e dal cancro causato da iodio radioattivo. Ma come agisce lo iodio sottoforma di KI? Semplicemente saturando la tiroide con iodio non radioattivo, rendendo invece molto più difficile (se non impossibile) l’assorbimento dello iodio radioattivo nella tiroide. Infatti, se la ghiandola contiene abbastanza iodio “buono”, non assorbirà lo iodio radioattivo, che sarà invece espulso del sistema nelle urine. “La tiroide ha bisogno di iodio per produrre l’ormone tiroideo”, ha spiegato Alvin Powers, un endocrinologo e professore di fisiologia molecolare e biofisica presso la Vanderbilt University School of Medicine a Nashville, nel Tennessee.

Sebbene quindi lo ioduro di potassio non sia una vera e propria soluzione per combattere tutte le radiazioni che possono colpire il nostro organismo,  può però aiutare a proteggere dalle radiazioni che provengono dall’interno, dallo iodio radioattivo. La tiroide infatti non discrimina tra lo iodio radioattivo e quello non radioattivo, ma fornendo la giusta quantità di iodio “buono” alla nostra ghiandola, è possibile scongiurare l’assorbimento dello iodio “cattivo”.

Cibi arricchiti di iodio e dieta iodata

Vi sono numerosi cibi che contengono iodio e che possiamo includere nella nostra alimentazione e sulla nostra tavola. Primo fra tutti il sale iodato, che altro non è che cloruro di sodio (NaCl) cui è stato aggiunto KI.  In questa direzione si è mosso il Ministero della Salute che dal 1997 ha operato una campagna di educazione alimentare per promuovere l’uso del sale arricchito di iodio e ha promulgato una legge ( Legge n. 55 del 21 Marzo 2005) con cui si dettavano le disposizioni finalizzate alla prevenzione del gozzo endemico e di altre patologie da carenza iodica. Questa legge definisce le modalità di utilizzo e di vendita del sale alimentare arricchito con iodio, garantendo nei punti vendita la presenza contemporanea di sale arricchito di iodio e sale comune.
Gli alimenti più ricchi di iodio sono i pesci di mare ed i crostacei, ma anche le uova, il latte e la carne ne contengono quantità importanti. Concentrazioni inferiori e variabili (dipendenti dalla quantità di iodio nel terreno di coltivazione) si ritrovano nei vegetali e nella frutta.

 

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