Il ferro è fondamentale come componente del sangue, perché è indispensabile per il trasporto dell’ossigeno ai tessuti e per la formazione di alcuni enzimi.

Il ferro presente nell’organismo ha un equilibrio fatto di assorbimento dal cibo e di perdite che avvengono quotidianamente. Dunque è molto importante cercare di ricavare un buon quantitativo di ferro dall’alimentazione: in genere, da una dieta comune si assumono circa 10-20 mg di ferro giornaliero, tuttavia di essi vengono assorbiti massimo 2 mg, e cioè il 10 per cento. Infatti il problema di molti cibi non è il loro quantitativo in ferro, ma la loro assorbibilità, meglio nota come “biodisponibilità”.

Generalmente, gli alimenti più ricchi di ferro, in ordine decrescente, sono:

  • Il fegato d’oca
  • Il cioccolato fondente
  • Le vongole
  • Il cacao amaro
  • Le ostriche
  • Il caviale
  • Il paté di pollo inscatolato
  • Il muesli
  • Le lenticchie
  • La farina di soia
  • Il germe di grano
  • Il pollo
  • I ceci
  • Le patate
  • Le seppie
  • I pinoli secchi
  • I fagioli
  • I fiocchi d’avena
  • Le nocciole
  • Le alici
  • Le arachidi
  • Il grano duro
  • Le mandorle secche

L’assorbimento del ferro dipende anche da ulteriori fattori. Vi sono degli alimenti vegetali ricchi di ferro, come il cacao, i cereali integrali, gli spinaci e i legumi, che contengono delle sostanze che ne limitano la biodisponibilità. Tali sostanze sono l’acido fitico e i fitati, l’acido ossalico e gli ossalati.

Anche alimenti ricchi di calcio possono limitare l’assorbimento del ferro, così come il tè ed il caffè che contengono i tannini.

Oltre agli alimenti, vi sono anche delle situazioni varie che limitano l’assorbimento del ferro, come l’assunzione di alcuni antibiotici e antiacidi, e le condizioni patologiche identificabili in attacchi frequenti di dissenteria, nell’ipocloridria e in vari tipi di sindromi da malassorbimento.

Al contrario, per assorbire più ferro sono importanti gli alimenti ricchi di vitamina C, di zuccheri e di aminoacidi.

Si ricorda che in genere l’intestino tende ad assorbire tra il 2 e il 10 per cento del ferro fornito dai vegetali (ferro trivalente e non emico) e fra il 10 e il 35 per cento del ferro proveniente da alimenti di origine animale (ferro bivalente ed emico).