Pruriti, rossori, afte su bocca e gengiva ma anche, nei casi più particolari, mal di testa, nausea e gonfiore addominale. Sono questi i sintomi più comuni dell’allergia al nichel, un tipo di allergia molto comune e molto subdola poiché a causare il malessere possono essere diversi alimenti o oggetti contenenti questo metallo, un solfato ad essere più precisi.
I prodotti più a rischio per il possibile contenuto di nichel sono soprattutto tatuaggi ed alcuni tipi particolari di oggetti, cosmetici ed alimenti come la bigiotteria, alcuni mascara ed ombretti, pomodori, asparagi, lenticchie, lattuga, mandorle, arachidi, mais, ostriche ed aringhe.
Se il soggetto dovesse rendersi conto che le dermatiti ed il prurito su volto, gambe e mani è frequente o che, peggio, a questi sintomi si associano malesseri come nausea e mal di testa, è utile approfondire il tutto eseguendo un esame molto semplice, il patch test.
Le cause dell’allergia al nichel sono ancora poco chiare. Gli specialisti, però, suppongono che, alla stregua di molte altre allergie, anche quella al nichel segua un percorso similare. Il sistema immunitario del soggetto che dovesse risultare positivo al patch test, infatti, recepisce questo allergene come una minaccia da debellare come se si trattasse di un virus o di un batterio nocivo all’organismo. Pare, inoltre, che l’organismo non risponda subito alla presenza dell’allergene ma che i sintomi sopra elencati compaiano dopo un’esposizione ripetuta al nichel, quando, cioè, il corpo è ormai saturo di tossine e lancia un allarme chiaro attraverso sintomi evidenti.
Spesso si crede che non esistano cure efficaci contro l’allergia al nichel mentre, in realtà, le terapie esistono e possono portare, nel medio termine, a sensibili risultati. Si può partire con l’utilizzo di farmaci topici, come le creme a base di corticosteroidi, da utilizzare sulla pelle per calmare pruriti e rossori e, nei casi più gravi, ad antistaminici.
La migliore terapia in assoluto, però, resta quella alimentare. Chi dovesse scoprire di essere allergico al nichel, infatti, può tentare un approccio desensibilizzante. In buona sostanza il paziente deve dapprima eliminare tutti gli alimenti sopra descritti contenenti nichel da reintrodurre, però, gradualmente, nel corso dei mesi successivi così che l’organismo possa pian piano abituarsi nuovamente all’allergene senza ribellarsi.
Prediligere dunque, soprattutto nel primo periodo, carne, pesce, latticini, patate e formaggi da integrare in un secondo momento con tutti quegli alimenti come legumi, insalate e pomodori che contengono invece dosi anche massicce di nichel.
Per quanto riguarda i cosmetici e la bigiotteria, infine, è consigliabile acquistare sempre prodotti che riportino sulla confezione la dicitura “nichel free”.
Foto: labsanmichele.it